Descrizione della malattia

L'anemia infettiva equina (AIE) è una malattia virale propria degli equidi, causata da un Lentivirus della famiglia Retroviridae. La malattia può avere decorso acuto, cronico, ma molto frequentemente gli animali infetti non manifestano alcuna sintomatologia.

L’infezione è caratterizzata da viremia persistente: l’animale rimane portatore per tutta la vita. Il periodo di incubazione è compreso tra i 10 e i 20 giorni; i sintomi variano secondo il decorso. Nelle forme acute un sintomo tipico è la febbre accompagnata da spossatezza, tremori e andatura barcollante, anemia, ittero e trombocitopenia; le forme croniche sono caratterizzate da spossatezza e dimagramento; i soggetti colpiti da forme subcliniche, pur essendo viremici, sono indistinguibili dai soggetti sani.

L’infezione può essere trasmessa da insetti ematofagi (famiglia Tabanidae) che agiscono come vettori passivi di sangue contaminato da un equide all’altro; ciò accade soprattutto nei periodi estivi e autunnali e nelle situazioni di raduno di animali. La trasmissione può verificarsi anche a seguito dell'uso di strumentazioni mediche, odontoiatriche o di attrezzature per la manscalcia non sterili, nonché attraverso sacche di plasma o sangue infetti. L'eliminazione del virus avviene con escrezioni e secrezioni: saliva, latte, sperma, urina. E’ possibile la trasmissione da madre a puledro. Non è una malattia trasmissibile all’uomo.

Prove di laboratorio

Il metodo ufficiale previsto dal piano di sorveglianza è un’immunodiffusione in gel di agar (AGID) eseguito su siero secondo il metodo previsto dal manuale OIE (OIE Terrestrial Manual, Equine Infectious Anemia. Chapter 2.5.6 2008). I test sono eseguiti presso gli IZS territorialmente competenti.

I campioni positivi sono inviati al Centro di Referenza Nazionale per l'Anemia Infettiva presso l'Istituto Zooprofilattico delle regioni Lazio e Toscana.

Normativa 

  • Decreto ministeriale 4 dicembre 1976 "Profilassi dell'anemia infettiva degli equini"
  • DPR 11 febbraio 1994 n. 243 "Regolamento recante attuazione della direttiva 90/426/CEE relativa alle condizioni di polizia veterinaria che disciplinano i movimenti e le importazioni di equini di provenienza dai Paesi terzi. pdf - 116.82 Kb 
  • Circolare n. 3 del 31 gennaio 1995 relativa alla profilassi delle malattie infettive degli equini con particolare riferimento alla sfera riproduttiva. pdf - 116.82 Kb 

L’applicazione di un piano di monitoraggio solo su una parte della popolazione equina ha determinato un aumento dei casi di anemia infettiva nel corso degli anni tanto da ridestare l'attenzione nei confronti della malattia. Nel 2006, anno in cui sono stati rilevati 17 focolai, viene introdottal'obbligatorietà del controllo sierologico di tutti gli animali di età superiore ai tre mesi ad eccezione di quelli destinati alla macellazione (O.M. 14 novembre 2006) e l’anno successivo con l’O.M. 18 dicembre 2007 viene definito il Piano di sorveglianza per l'anemia infettiva di durata biennale che prevede il controllo annuale su tutti gli equidi di età superiore ai sei mesi, ad eccezione degli animali destinati al macello e l'obbligo dell'iscrizione all'anagrafe equina.

L'O.M. 8 agosto 2010 modifica ulteriormenteil piano di sorveglianza rendendo obbligatori i controlli sierologici almeno una volta ogni 24 mesi su tutti gli equidi stanziali di età superiore a sei mesi,ad esclusione dei capi destinati allamacellazione ai fini del consumo alimentare, purchè non conviventi con equidi da vita; tutti gli equidi movimentati devono comunque essere sottoposti a controllo. Per alcune regioni (Abruzzo, Lazio, Molise e Umbria) e per le aziende in cui sono allevati anche muli è mantenuta la periodicità annuale dei controlli.